lunedì 20 giugno 2016

29. Da Ourense a Castro Dozon (km. 38)

La 29° giornata di cammino si può definire molto varia per i contesti naturali solitari e i piccoli pueblos o aldeas che si attraversano ma anche impegnativa per la distanza e i dislivelli da superare. 
Uscire da Ourense è piuttosto lungo e comporta una impegnativa salita che raggiunge un altopiano verde tra i m. 500 e 800 s.l.m. Incontro tanti piccoli paesi senza nessun servizio. Il più significativo è Cea, il paese famoso per il pane, cotto ancora nei forni a legna. 
Da qui si può passare dal monastero cistercense di Oseira. Decido invece di puntare verso Santiago e fare tappa nel piccolo pueblo di Castro Dozon
Mancano ancora due impegnativi giorni per la meta. Il meteo è tornato bello, ma bisogna fare i conti con il caldo che non sempre aiuta il pellegrino.

Qui puoi trovare il FILE GPS e la MAPPA: OURENSE - CASTRO DOZON

Da Ourense a Castro Dozon, passando per Cea.
Dall'albergue di Ourense scendo fino al fiume Miño che attraverso sul ponte romano (puente Vella).


Il ponte romano Vella.








Attraversato il fiume Miño si passa davanti alla stazione ferroviaria...
... fino ad incontrare la carretera N-120 che si percorre su marciapiede in direzione di Quintela.
Attraversata la lunga periferia di Ourense si arriva ad una biforcazione, all’altezza della Parrillada O Fogon: la carretera N-120 prosegue dritta mentre il cammino imboccando il ramo che va a dx segue la carretera O-520 per il Barrio de Quintela Industrial.
Dopo la zona industriale/artigianale, iniziando a salire leggermente, si entra nuovamente in campagna e si passa sotto un cavalcavia ferroviario.


Dopo un sottopasso ferroviario inizia una dura salita. La pendenza è sostenuta e non ci sono tregue. Ed essendo prima mattina c’è anche discreto traffico.

Al termine della salita (Cima da Costa), lunga quasi 2 km, si trovano dei paracarri sulla strada e soprattutto una provvidenziale fontanella. Sono a Castro de Beiro.
Terminata la lunga salita si attraversa la carretera OU-521 e si prosegue per dolci collinette, quasi su un altipiano. Dopo i rumori della città si entra in un territorio tranquillo, poco abitato, senza incontrare paesi ma solo qualche casa isolata. Si cammina per stradine asfaltate, strade bianche, qualche sentierino. Il cammino è segnalato bene.






Casa Cesar.









Il località Ponte Mandras si trova un bar.
Il ponte romanico di Mandras ricostruito nel sec. XIII sul fiume Barbantino.



Una fontana per i pellegrini.



La chiesa romanica di San Pedro a Mandras.





In località Casas Novas si attraversa la N-525.




Entrando nella cittadina di Cea.


La case in pietra di Cea. Cea è famosa per gli antichi forni dove ancora oggi si produce il pan moreno.






La Plaza Major di Cea troneggia la Torre del Reloj (1926-1928) con base a quattro archi e fontane. A Cea si sono tutti i servizi compreso un albergue. Ottimo luogo per una sosta.


Uscendo da Cea: la chiesa de la Virgen del Rosario y San Cristobal (sec. XVI).

Da Cea procedo sull'asfalto della OU-0406. Fa molto caldo.
A Cotelas devo scegliere se andare a dx verso il monastero di Oseira, oppure deviare a sx per Castro Dozon. Opto per la seconda possibilità, più breve e diretta.

Cammino a lungo sull'asfalto caldo incontrando piccole aldeas senza servizi. 


La chiesa di Arenteiro.


La Capela da Milagrosa nei pressi di O Reino. Grazie ad una fresca fontanella e un po' d'ombra il pellegrino può trovarvi ristoro.
Si supera l'ingresso della nuova Autovia AG-53



La chiesa di Carballeda.
Si cammina sulla carretera N-525.
Poco oltre Calballeda, dalla N-525 si devia a sx dove inizia un sentiero in salita immerso nel verde. 

Si fiancheggia e si supera su ponte l'Autovia AG-53.



Si sale su un grande e solitario altopiano con pascoli, eucalipti e ginestre.



Il cammino è sempre ben indicato.




Arrivando dall'alto si vede nel fondovalle il pueblo di Castro Dozon.

Per raggiungere Castro Dozon si attraversa ancora l'Autovia AG-53.
A Castro Dozon il cammino si ricongiunge con il percorso che viene da Oseira.
La chiesa di San Pedro a Castro Dozon.
L'arbergue si trova in una grande struttura con bella cucina nei pressi della piscina comunale.
Dopo essere arrivato all'albergue di Castro Dozon entra una persona alla ricerca dell'hospitalera. Non avrei mai immaginato che proprio qui potessi incontrare Josè Carlos, un vecchio amico pellegrino conosciuto sul Camino Primitivo. Anche lui sta percorrendo gli ultimi km del Sanabrese con altri amici portoghesi. Una grande sorpresa potersi incontrare così, nuovamente in cammino...
José Carlos e Dario
I km percorsi oggi sono 38 per un dislivello di m. 1146.

POST SCRIPTUM
A volte mi dico: "vivrai tutta la vita con te stesso". Puoi trovare un’altro lavoro, lasciare la famiglia e gli amici, andare via, trovare una nuova città e nuovi luoghi, puoi vendere i tuoi beni e liberarti di ciò che non ti piace, ma non potrai mai, finché vivi, liberarti da te stesso.
Diventa fondamentale per condurre una vita felice prendersi del tempo per imparare a conoscersi, non soltanto curando l’aspetto materiale, ma anche quello spirituale, per capire cosa siamo e dove vogliamo andare, per fare ordine nei nostri pensieri.
Il principale ingrediente che manca oggi nel campo del nostro equilibrio corpo-anima è lo stimolo a guardarci dentro, a migliorare il nostro stile di vita, quasi sempre caotico e, appunto, poco salutare.
Più un organismo è sotto stress, tanto più trattiene e accumula energia e diventa un sistema chiuso perché si chiude agli input che provengono dall’esterno, aumentando così il suo stato di disordine interno.
L’andare a piedi per ore, per giorni e giorni, comincia a cambiarti. Una delle prime cose che tutti sperimentano sul cammino è la qualità di vita diversa, dovuta ad una serie di fattori: il ritmo lento, la libertà dalla tirannia del tempo, un legame particolare con chi cammina con noi, tutta una serie di fattori che semplificano la vita rimettendoci al centro dei nostri gesti e delle nostre preoccupazioni; un modo di vedere e conoscere le cose non per forza affannato, ma intriso di molto silenzio e di molta attenzione, molta interiorità; l’esperienza dell’elementare verità del reale.
Camminare ci permette di riscoprire la bellezza e la funzione del silenzio, la nostra capacità di coglierlo e viverci dentro senza avvertire quell’irrefrenabile desiderio di riempire il vuoto che crea.
Sul cammino, infatti, il silenzio molte volte è un elemento predominante, una situazione che contrasta la vita rumorosa del cittadino alla quale siamo abituati e che spesso ci distrae.
Le ore di silenzio che si possono trovare sul cammino inducono l’uomo ad un ripiegamento su se stesso, lo spingono a raccogliere le idee senza, appunto, quelle mille distrazioni che la vita quotidiana comporta, diventando l’occasione per fare il punto della propria situazione.

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