domenica 19 giugno 2016

28. Da Xunqueira de Ambia a Ourense (km. 23)

Questa breve 28° tappa del cammino è stata tutta protesa a raggiungere l'ultima grande città prima di Santiago: Ourense. L’avvicinamento a Ourense non è molto piacevole perché, pur essendo in leggera discesa e quindi non faticoso, si svolge quasi tutto su carretera. Fortuna che è domenica e quindi l'impatto con luoghi commerciali e industriali, carretere trafficate e rumori, è più mitigato.
Ourense è una grande città, capitale della omonima provincia. Il suo centro storico meriterebbe una sosta di più tempo. 
Da qui ora tutto - cuore, mente e forze - si focalizza sul punto di arrivo. Mancano 100 km e non saranno certamente i più facili, soprattutto se si pensa di dividerli in tre tappe. Vedremo come andrà.

Qui puoi trovare il FILE GPS e le MAPPE: XUNQUEIRA - OURENSE

Da Xunqueira de Ambia alla città di Orense.
E' domenica e il pueblo di Xunqueira è ancora è avvolto nel sonno quando mi metto in cammino. L'albergue era quasi pieno e la maggior parte dei pellegrini sono partiti presto. 
Dall'albergue scendo verso il centro di Xunqueira per fare colazione.


La Colegiata di Santa María a Real.

Il cruseiro e la torre campanaria di Santa María a Real.
La chiesetta di San Pedro.
Una delle pietre artistiche di Carballo, note anche come Pietre del Pellegrino.
Esco da Xunqueira attraverso la carretera OU-102.


Il ponte romano sul Rio Arnoia.
Il Rio Arnoia tra le nebbie del mattino.







Davanti a me due pellegrini sloveni.

Al pueblo di A Puosa incontro la piccola ermita de la Virgen del Camino.


Dopo Salguerios c'è un serie di piccoli abitati: Gaspar, A Beirada, Ousende...




Faccio sosta in un bar con un curioso monumento al pellegrino.


Località A Castellana. Qui si entra nella zona industriale di San Cibrao.


La zona industriale di Pereiras. Essendo domenica c'è poco movimento.
Uscendo dalla zona industriale si entra nel pueblo di Reboredo da cui si sale verso l'Alto do Cumial.
Si inizia a scendere verso Ourense, ancora lontana.


La cappella di Santa Agueda, ottimo luogo per una sosta.

Verso Seixalbo e Ourense.







Piazza Major di Seixalbo.

La chiesa di San Breixo di Seixalbo.
Da Seixsalbo si entra in Ourense per avenida de Zamora fino all'albergue situato nell'antico convento di San Francesco.
Ourense. Nasce come città romana nel sec. I d.C. lungo la strada descritta nell'Itinerario Antonino che univa Bracara Augusta (oggi Braga in Portogallo) e Lugo (Locus Augusti). Sotto l'impero romano divenne un importante centro di raccolta dell'oro che si trovava nel fiume Mino, da cui sembra derivare il suo nome originale (aurum).
La cattedrale romanica di San Martino (sec. XII-XIII).
Una delle tre grandi porte della cattedrale.


La Plaza Major con l'ajuntamiento di Ourense.



La chiesa de Santa María Naí.
Altro lato della cattedrale con altra porta di ingresso.


La chiesa di Santa Eufemia.


Santa Eufemia.
La chiesa di San Domenico.





Il convento di San Francesco, oggi albergue municipale di Ourense.
Al termine del giorno i km percorsi sono 23.

POST SCRIPTUM
La città di Ourense ho potuto gustarla in tutta la sua bellezza grazie soprattutto alla diversa consapevolezza del tempo che ho maturato in queste settimane. Il pellegrino afferra il suo tempo. Non si lascia afferrare dal tempo. Scegliendo questo modo di spostarsi, afferma la sua sovranità sul calendario, la sua indipendenza dai ritmi sociali, il suo desiderio di posare la borraccia a lato della strada per potersi gustare un bel sonnellino o per contemplare la bellezza del paesaggio o di una città.
Il viandante è ricco di tempo, ha la fortuna di spendere ore per visitare un villaggio, per fare un giro del lago, per seguire un corso di un fiume o per attraversare un bosco.
L’orologio è cosmico, il viaggiatore è in un tempo rallentato a misura del corpo e del desiderio. Qualcuno parla di “cultura del passo” come cura contro i tormenti dell’effimero, come fuga temporanea dalla normale frenesia.
Il tempo trascorre con i passi, anzi il tempo è i passi stessi. Il pellegrino entra in un altro spazio e in un altro tempo; tornare ed andare a piedi, a vivere ad un’altra velocità, a vivere nella fatica e nella gioia, a ritrovare il gusto dell’acqua e dell’ombra e del vento, del pane e del vino, ed incontrare gli uomini e le donne senza il perfido “non avere tempo”, che è diventata oramai una caratteristica dell’uomo moderno e che spesso impedisce di riconoscere l’importanza e il potenziale di ciò che ci sta attorno.

1 commento:

  1. Caro fr. Dario, ne hai fatta di strada in solitudine:" quante volte la solitudine si fa preghiera e ammirazione per la bellezza del Creato? E..quante volte vien voglia di rompere il silenzio canticchiando o fischiettando al ritmo dei passi per farsi compagnia? E quante volte il silenzio è dettato dalla fatica e qualche doloretto che ti fa sentire una parte del corpo?
    "Non c'è come mettersi in cammino
    per sentire sbocciare dentro di sè,
    accanto all'ansia e allo sgomento,
    anche quella forza e quella spinta
    che pian piano allarga il cuore".
    (Giorgio Basadonna)
    Animo peregrino, la Meta è vicina!
    Buen camino, ULTREYA!
    Elvia

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