giovedì 16 giugno 2016

25. Da Requejo a A Gudiña (km. 42)

Questo 25° giorno di cammino è stato piuttosto impegnativo non solo per i grandi dislivelli. Trovo pioggia e freddo al mattino fino al passo del Padornello (m. 1.350 s.l.m.) e per questo resto sull'asfalto della N-630. Poi dall'Alto del Padornello scendo fino a Lubian attraverso il tracciato ufficale del cammino ma l'erba bagnata e il fango lungo il sentiero mi hanno infradiciato più della stessa pioggia. Al successivo passo de La Canda (m. 1.262 s.l.m.) decido si salire per l'asfalto della carretera fortunatamente poco trafficata. L’Alto de A Canda segna il confine tra Castilla e Galicia
Nel pomeriggio ritorna il sole e quindi da Villavela fino a La Gudiña posso stare sul cammino segnato in mezzo alla natura. A La Gudiña l'albergue ufficiale è chiuso per "disinfestazione" e quindi devo ripiegare su una vecchia struttura adiacente piuttosto sgarruppata dove ci sono già diversi pellegrini. Non è il massimo del confort anche perché manca tutto: la cucina, uno stenditoio per asciugare la roba, delle coperte per proteggersi dal freddo.
Intanto continua a piovere. Del resto sono in Galizia. Spero solo che non mi accompagni fino a Santiago.

Qui puoi trovare il FILE GPS  e la MAPPA: REQUEJO - A GUDIÑA


Da RequejoA Gudiña passando per i Passi del Padornelo e de A Canda.
La chiesa di S. Lorenzo di Requejo alle prime luci dell'alba.


Non piove ma fa piuttosto freddo.

Salgo per la carretera N-525 dove sono in corso le grandi opere di realizzazione dell'AVE. Anche le guide consigliano che in caso di cattivo tempo, per evitare tratti fangosi, è conveniente seguire il tracciato della carretera.

Fortunatamente la carretera è quasi senza traffico.



Si passa per un grande viadotto che affianca il viadotto dell'Autovia de la Rias Baixas.



C'è anche una breve galleria di m. 435 da attraversare su comodo marciapiedi.

Al Passo del Padornelo (m. 1.350), il punto più alto del Camino Sanabres, fa veramente freddo.
La chiesa di S. Maria de la Asuncion alla Portilla del Padornelo.





Dal Passo del Padornelo si prosegue ancora sulla N-525 fino al bivio dove si prende a destra la ZA-106 fino ad incrociare a sinistra la deviazione che scende verso l'abitato di Aciberos.
La chiesa di S. Anna di Aciberos.





Dal piccolo abitato di Aciberos, in discesa, per un "umido" sentiero di montagna, racchiuso tra muretti di pietra e castagni, superando piccoli torrenti, mi incammino verso Lubian.


Incontro i cantieri dell'AVE






La prima casa di Lubian è proprio l'albergue.



Lubian confluenza ed incontro di diversi modi culturali di intendere la vita. Cerca giorno per giorno la ricchezza della sintesi e la grandezza della tolleranza. Che lo stesso spirito animi il tuo cammino verso l'incontro e la fratellanza nella diversità.
A Lubian faccio una sosta al bar e mi informo sull'albergue di Vilavela. Mi dicono che sta chiuso. Anche al telefono nessuno risponde. Mi dicono inoltre che il cammino ha subito modifiche a causa dei cantieri dell'AVE. Decido così di proseguire sulla carretera ZA-106. 

La carretera ZA-106 seguendo il profilo della montagna verso il Passo A Canda ad un certo punto incrocia la N-525. Guardando le cartine scopro che la carretera nacional è più diretta. Mi incammino allora in salita verso il Passo A Canda sulla N-525 che procede a fianco della Autovia da Rias Baixas.

La valle che lascio alle mie spalle salendo al Passo A Canda.

Quando si raggiunge il Passo A Canda (m. 1.280) lo si supera percorrendo una galleria di m. 441.
Oltrepassata la galleria ecco il confine tra la Castilla y Leon (che lascio alle mie spalle) e la Galicia.

Davanti a me si apre la Galicia.

Gli enormi cantieri per l'AVE.


Si attraversa su ponte l'Autovia da la Rias Baixas.



In vista del pueblo di Vilavella.
Vilavella è la prima località della Galicia.

La chiesa di Santa Maria de la Cabeza a Vilavella.
Il primo degli artistici mojones della Galicia

Da Vilavella mi allontano finalmente dalla N-525 e inizia un bellissimo cammino tra stradine di campagna e sentieri.
Scendo all’inizio più ripidamente poi si cammina con piacevoli e leggeri saliscendi.
Ancora cancelli da aprire e chiudere.













L'ermita de Nuestra Señora de Loreto poco prima dell'abitato di O Pereiro.

L'abitato di O Pereiro.



Dopo O Pereiro il sentiero zigzaga tra grandi massi e il piccolo fiume Abredo su uno spoglio pianoro.


Il sentiero serpeggia tra i massi con frequentissime curve ma tiene sostanzialmente una linea retta.

















L'abitato di O Canizo.

Superato l'abitato di O Canizo c'è un bel cruzeiro.


Ecco A Gudiña.





Il pueblo di A Gudiña si snoda allungato ai margini della statale N-525. Le strade sono percorse dai rumorosi camion dei cantieri dell'AVE; pure i bar e i ristoranti sono frequentati da numerosi operai. L'albergue municipale è chiuso per disinfestazione. Allora con diversi altri pellegrini sono alloggiato in un adiacente vecchio edificio dove i servizi sono minimi ed essenziali. Di conseguenza lo stesso hospitalero chiede al pellegrino la cifra simbolica di €. 2. Nel frattempo piove a dirotto.
Per la cena mi reco nell'unico ristorante di A Gudiña. E chi trovo? Il pellegrino Elio che avevo lasciato a Merida... Sta bene ed è determinato ad arrivare a Santiago. Condividiamo la cena e molte altre cose legate alle nostre vite. Chissà se avrò modo di incontrarlo ancora da qui a Santiago!!!
Al termine del giorno i km percorsi sono 42 per un dislivello complessivo di  m. 990.

POST SCRIPTUM
Il pellegrino ha due riferimenti continui: la terra sotto di se dove cammina e il cielo sopra di se che lo guida. Come è capitato a me nella giornata di oggi, il cielo che accompagna un pellegrino non può essere sempre terso a causa di leggi naturali che vengono osservate con grande regolarità dalla natura. Allora al sopraggiungere di un temporale l’uomo cerca di riconoscere il segnale, quando la pioggia insiste e allaga, egli è costretto a fermarsi, quando la grandine devasta, ognuno deve trovarsi un rifugio riparato per non essere danneggiato...
Fermo a contemplare lo spettacolo dell’acqua, del cielo che versa lacrime copiose, l’uomo ha il tempo per riflettere su quanta strada ha già percorso, quanto si è liberato di ciò che lo frenava e quanto ha ancora da abbandonare per vivere semplicemente felice. Anche se intorno a lui il temporale si scatena in tutta la sua potenza con tuoni e fulmini, egli non prova una vera paura, non rabbrividisce davanti a una tale furia, non ha più paura di morire, ha voglia di vivere.
Arriva un momento in cui la persona che vuole formarsi sul cammino della vera vita prova la sensazione di un totale vuoto, un abbandono completo, sembra di trovarsi nuovamente nella fase iniziale, perso nelle proprie insicurezze. In realtà in questo istante non esistono nemmeno quelle, non ha più la percezione di nulla, zero in tutto il corpo e nell’anima. Il processo di destrutturazione del soggetto che si trovava in una condizione di crisi è compiuto; ora, nel pieno del percorso, l’uomo si è svuotato di tutto quello che lo appesantisce e non lo fa vivere.

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