mercoledì 15 giugno 2016

24. Da Asturianos a Requejo de Sanabria (km. 26)

La protagonista di questo 24° giorno di cammino è stata la pioggia. È venuta in tutti i modi: leggera, torrenziale, col vento, alternandosi al sole. Domani il meteo non cambia e dovendo transitare per il punto più alto del cammino (l'alto del Padornelo: m. 1350 s.l.m.) anche al pellegrino più ardito viene qualche pensiero. Confidiamo nella divina Provvidenza che va ben oltre il meteo.
La pioggia comunque non mi impedito di visitare Puebla de Sanabria e le sue bellezze storico architettoniche. Mancava il sole ma le cose belle sanno brillare anche di luce propria. Poi sempre sulla carretera, in un ambiente che assume i tratti del montagna media, ho raggiunto il piccolo pueblo di Requejo dove la pioggia è tornata ad imperversare per tutto il pomeriggio e la notte.

Qui puoi trovare il FILE GPS  e la MAPPA: ASTURIANOS - REQUEJO

Da Asturianos a Requejo de Sanabria, per Puebla de Sanabria.

Fuori dall'albergue di Asturianos trovo subito preziose indicazioni anche se viste le condizioni atmosferiche avevo già deciso di proseguire sulla carretera.
Palacios de Sanabria.
Otero de Sanabria.



Il Santuario de Nuestra Señora de los Remedios.



Arrivando a Puebla de Sanabria.

Il benvenuto di Santiago pellegrino alle porte di Puebla de Sanabria.

Nel frattempo il cielo si sta oscurando di nubi cariche di pioggia.
Il castello con il centro storico di Puebla de Sanabria.
Puebla è l'antica Urbe Sanabrie, la cui esistenza è accertata fin dal sec. V. Ebbe notevole importanza per la sua posizione strategica sul colle che domina la valle dei fiumi Tera e Castro e le principali vie che qui confluivano.

Dopo una doverosa pausa, anche se è iniziato a piovere, salgo verso il centro storico attraversando il ponte sul Rio Tera.


La parte nuova della cittadina di Puebla vista dalla città vecchia.

La valle del fiume Tera.



Il palazzo dell'ayuntamiento di Puebla.
La chiesa di Santa Maria de Azogue (sec. XII-XIII). 
La Plaza Mayor con la chiese di San Cayetano (a sinistra) e Santa Maria de Azogue (al centro).

La ermita di San Cayetano.

Le colonne del portale della chiesa di Santa Maria raffigurano i progenitori Adamo ed Eva.


Il castello dei Conti di Benavente (sec. XV)





"Vivienda" antica.







L'antico ponte sul Rio Castro.



Procedo verso Requejo camminando lungo la carretera N-525.


Gli abeti rossi lungo la strada per Requejo.


Requejo: valido, coraggioso e prezioso. E' il paese dei tre valori. Nel servizio a coloro che vanno per strade e ponti. Nella testimonianza della sua gente nelle passate guerre e guerriglie. Nell'animo dei suoi figli: la cordialità di coloro che sono e i doni di quelli che furono. Camminante: saper valere è il coraggio di chi vale. Il tuo cammino sia proficuo.
La chiesa di San Lorenzo a Requejo.


La chiesa della Virgen de Guadalupe.
Le viuzze interne del pueblo di Requejo.

Una caratteristica fontana nelle viuzze interne di Requejo.

In serata a Requejo piove a dirotto. Nell'albergue mi trovo da solo.
La torre campanaria della chiesa di S. Lorenzo vicino alla quale si trova l'albergue.
Al termine del giorno i km percorsi sono 26.

POST SCRIPTUM
Dopo il caldo e le sconfinate pianure dell'Andalusia sono salito nel cuore della piovosa e verde Sanabria. L'ambiente è quello della montagna media, sui m. 1000 di altitudine, fatto di boschi e torrenti, con piccoli borghi e passi in quota da superare.
La montagna è sempre stata una metafora forte per l'uomo che si percepisce pellegrino nella vita. Qui come nella vita ci si trova davanti nuove montagne magari anche più alte di quelle vere e con sentieri simbolicamente più ripidi e difficoltosi. 
Incomincia quindi a denominare le alture con nomi che muteranno di termine se verranno superate; ecco che il monte della paura appena superato prenderà il nome di “monte del coraggio”, il monte dell’odio diventerà il monte della pace, il monte dello sconforto si trasformerà nel monte dell’abbraccio.
La lunga corsa continua, il bagaglio delle esperienze incomincia a farsi consistente, ma l’uomo non ne sente il peso anche perché non c’è nulla di materiale da portare e tutto il peso interiore inutile che lo fa rallentare viene abbandonato con coraggio lungo il sentiero.

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