martedì 7 giugno 2016

16. Da San Pedro de Rozados a Salamanca (km. 25)

La 16° tappa mi porta nella monumentale città universitaria di Salamanca. I km da percorrere non sono molti e tutti immersi nella campagna, su morbide ondulazioni di colline coltivate a grano, sempre in grande solitudine. L'unico pueblo che incontro è Morille, ma anche il modesto bar - unica cosa che può attirare la mia attenzione vista l'ora mattutina - è ancora chiuso al mio passaggio .
L'ingresso a Salamanca è guidato dalle guglie della cattedrale visibili da molto lontano. In città come questa il pellegrino ritrova la vita di sempre anche se percorrendo le vie del centro sente di essere diverso. Certamente il cammino cambia gli uomini e da pellegrini anche le cose che si conoscono bene come i ritmi della città si sperimentano in maniera diversa.
Per questa sosta a Salamanca non chiedo molto: poter riparare gli occhiali che ho rotto a Caceres e riposare adeguatamente. Per questo chiedo ospitalità ai confratelli cappuccini.

Qui puoi trovare il FILE GPS e la MAPPA: SAN PEDRO - SALAMANCA

Da San Pedro de Rozados a Salamanca attraverso Morille.

Lascio alle mie spalle San Pedro de Rozados quando le prime luci del giorno illuminano appena il pueblo.
Sopra San Pedro una nuvola luminosa crea un effetto strano in cielo.







Il cammino procede in aperta campagna verso Morille che dista circa 4 km da San Pedro.





Attraverso il piccolo pueblo di Morille.

In mezzo a Morille, silenzio, un paese nel sonno, anche l’albergue non dà segni di vita. Un silenzio più profondo di quello che ricopre la campagna.

Dopo Morille le frecce gialle mi mandano verso nord oltrepassando il cimitero e un laghetto artificiale.




Saliscendi senza pretese rischiarati dalla luce vivida del primo mattino. Basse colline spoglie di vegetazione incorniciano l’orizzonte.

Ancora saliscendi, sembra di camminare sulla superficie di un mare appena increspato. Un mare che poco alla volta si va infittendo di alberi, ma non quelli delle imbarcazioni, ma alberi veri, di querce.

Oltre una breve salitella, si apre davanti al mio sguardo una scena che da sola vale tutta la fatica della giornata: una piana sconfinata, abitata da poche querce e in fondo, lontana, lei, Salamanca.

Una strada bianca corre tra papaveri, fiordalisi e campi di frumento e dà l’illusione che la città sia a pochi passi, quando invece, dovrebbero mancare non meno di due ore di cammino.











Raggiungo il poggio roccioso sul quale campeggia una croce e dal quale si vede un meraviglioso panorama. Sullo sfondo, oltre alcuni cavalcavia, lo skyline della città.

Salamanca.

La Cattedrale di Salamanca.
Scendo verso la conca in direzione del ponte dell’autovia. Sembra a un tiro di schioppo e invece mi prende più di mezz’ora in un paesaggio da dimenticare, una periferia desolante che non apparirà mai in nessuna cartolina illustrata.
Entro in Salamanca con un senso di spaesamento, devo riabituarmi a ritmi e situazioni di cui ho quasi perso il ricordo.



Iglesia Nueva del Arrabal.
Supero il ponte romano sul fiume Tormes e mi dirigo verso il centro storico, tenendo come riferimento la cattedrale. Il ponte costruito nel sec. I d.C. fu la principale opera romana e anche l'unica che è rimasta. Esso aveva ben 26 archi di cui ne sono rimasti solo 15, quelli che oggi immettono nel centro storico. Praticamente la città di Salamanca si sviluppò come "castro" militare a protezione del ponte stesso.
L'imponente Cattedrale di Santa Maria dell'Assedio. La Cattedrale Nuova (sec. XVI-XVII) è stata costruita adiacente alla vecchia Cattedrale Romanica (sec. XII).







La Torre Campanaria (m. 110) della Cattedrale Nuova.

La Porta del Perdon.

Salamanca gode di due cattedrali. La "catedral veja" dedicata a Santa Maria è in stile romanico. Per la sua forma le autorità ecclesiastiche salmantine del sec. XV considerarono che era piccola, oscura e bassa per lo stile del momento e per l'importanza che Salamanca aveva acquisito. Inizio così il lungo processo di costruzione del nuovo tempio maggiore che venne realizzato nei tre secoli successivi. La "catedral nueva" divenne una delle ultime espressioni del gotico spagnolo, assieme alla cattedrale di Segovia, e riassume in filigrana tutto lo splendore di quei secoli gloriosi per la città universitaria.
L'altare maggiore della Cattedrale Nuova.




















La Plaza Mayor.
La Plaza Mayor in puro stile barocco spagnolo venne disegnata ed iniziata da Alberto de Churriguera tra il 1729 e 1733. Chiusa e di superficie quasi quadrata presenta tre livelli di balconate, decorate con medaglioni, allegorie e stipiti. I medaglioni della facciata dell'Ayuntamiento rappresentano i membri del Concejo Salmantino che approvò e finanziò la realizzazione della stessa piazza.



La Casa de las Conchas: oltre 300 conchiglie ricoprono le pareti esterne.

I resti dell'abside della chiesa del Convento di S. Francisco el Real, primo luogo della presenza dei francescani in Salamanca.






Al termine del giorno i km percorsi sono 26.

POST SCRIPTUM
Ho notato che prima di un viaggio si viene tempestati di consigli sul cosa e sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato circa il come e il perché del nostro andare. L’arte di camminare potrebbe essere una disciplina studiata da diverse categorie di esperti che contribuirebbero alla comprensione di quello che la filosofia greca chiama con l’espressione “eudaimonia”, ovvero la felicità.
Esasperati dal sentimento di inadeguatezza che viviamo nel presente, siamo continuamente spinti al passaggio verso l’altrove; solo in un altro posto potremmo realizzarci, qui la realtà non lo permette.
Alla fine del viaggio, finalmente arrivati nel posto tanto sognato, il sentimento di voler fuggire e ripartire ci prende alla gola perché pensiamo che veramente saremo felici solo in un altro luogo ancora da raggiungere. In realtà se non sono contento di me, non lo sarò nemmeno dopo avere percorso tre volte il suolo terrestre; devo trovare una dimensione di tranquillità e felicità interna e questo la posso trovare durante il cammino che mi porta dal posto in cui sono infelice al posto in cui suppongo che la mia anima si sentirà libera.
Arrivando a Salamanca ho provato proprio questa libertà che sa di felicità. Non ho fretta di ripartire di nuovo, anzi mi piacerebbe fermarmi più a lungo quasi fossi arrivato. Oggi mi gusterò questo momento nella sua semplicità. Domani sarà un altro giorno e ... se Dio vuole si ripartirà.

3 commenti:

  1. Sto facendo una prova per vedere se funzionano i commenti
    Elvia

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  2. Cos'è a bordo strada? Lavanda? A Salamanca non c'è la cattedrale alla Virgin del Pilar o mi confondo?
    Buen cami n o
    LorenzoFelice

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