sabato 4 giugno 2016

13. Da Aldeanueva del Cammino a Calzada de Béjar (km. 23)

La 13° tappa la ricorderò per la sua brevità (dopo tante tappe lunghe, oggi solo 23 km) e per la bellezza di un paesaggio collinare, verde e ricco d'acqua. Il cammino è salito di quota (siamo a m. 900 s.l.m.). Si esce dalla regione dell'Extremadura per entrare in quella della Castilla Leon. Non c'è più il caldo dei giorni scorsi, ma un'aria frizzante che ricorda il clima delle nostre dolomiti d'estate. Il cammino continua a sorprendere anche per le continue tracce della "viabilità" romana ancora ben conservate. È stata un'altra giornata di solitudine però non pesante. Il verde, il clima fresco, la presenza di tanta acqua ha fatto la differenza rispetto ai giorni scorsi.

Qui puoi trovare il FILE GPS e la MAPPA: ALDEANUEVA - CALZADA DE BEJAR

Da Aldeanueva del Camino a Calzada de Bejar, passando per Baños de Montemayor.
Una delle numerose fontane di Aldeanueva.

Oggi a differenza dei giorni scorsi lascio Aldeanueva quando il sole è già sorto.




Questa interessantissima lapide illustra l'Iter ab Emerita Asturicam che nel medioevo diventerà quella che noi conosciamo come la Via de la Plata.
La Via Romana unisce da Sud a Nord Emerita Augusta, l'odierna Mérida, capitale della Provincia della Lusitania, con Asturica Augusta, l'odierna Astorga, sede di un importantissimo castrum o accampamento romano, Convento Asturicense, capitale della Provincia della Tarragona.
Le tappe o mansiones dell'Iter ab Emerita Asturicam da Sud a Nord sono:
- Augusta Emerita Mérida, l'odierna Mérida (punto acqua Río Guadiana);
- Ad Sorores, l'odierna Casas de don Antonio (punto acqua Río Ayuela);
- Castra Caecilia-Norba Caparra Caesarina, l'odierna Cáceres (punto acqua Fuente Ribera del Marco);
- Turmulos o Turmulus, nei pressi delle rovine di Alconétar (punto acqua Río Tajo);
- Rusticana, l'odierna Galisteo (punto acqua Río Jerte);
- Capara, l'odierna Caparra (punto acqua Río Ambroz);
- Caelionicco, l'odierna Finca de la Vega, Puerto de Béjar (punto acqua Fuente del Tesoro);
- Ad Lippos, l'odierna Valverde de Valdelacasa (punto acqua Río Sangusin);
- Sentice, l'odierna Pedrosillo de los Aires-Finca de la Dueña (punto acqua Fuente Santa);
- Salmantica, l'odierna Salamanca;
- Sibarim
, l'odierna Peñausende, Torre del Sabre (punto acqua Río San Cristóbal);
- Ocelum Durii, nelle vicinanze dell'odierna Zamora (punto acqua Río Duero);
- Asturica Augusta, l'odierna Astorga (punto acqua Río Jerga).
Attraversato il paese imbocco la carretera nacional A-630, qui poco trafficata perché il traffico converge sulla vicina Autovia.




Il cammino è in leggera salita.


Miliario CXXV. I miliari, colonne cilindriche alte 2 m. si collocano a sinistra della strada e funzionano come punto chilometrico che corrisponde a m. 1480.
Miliario CXXVI



Miliario CXXVII


Sempre lungo la strada per Baños de Montemayor.


L'embalse de Baños.


Miliario CXXIX.

La Ermita del Humilladero.
Un moderno miliario mi accoglie all'ingresso di Baños de Montemayor.
Ancora 569 km a Santiago.
La chiesa di Santa Catalina di Baños de Montemayor. Alcuni autori identificano questo pueblo con la Mansio Caelionicco descritta dall'Itinerario di Antonino, altri invece come una stazione termale dipendente dalla cittadina di Caparra. L'una o l'altra tesi concordano sulla presenza di Roma in questo luogo dove sgorga acqua solforosa alla temperatura di 50°. Già nell’antichità le terme di Baños erano conosciute e richiamavano numerosi estimatori.
L'Ayuntamiento di Baños de Montemayor.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria de la Asunción (sec. XVI)



Oltrepassato il pueblo di Baños si incrocia la carretera A-630 e subito dopo sulla destra ha inizio la ripida calzata romana in pietra.

Baños de Montemayor e l'embalse de Baños.



Una scritta incisa nella pietra avverte il pellegrino che si tratta della Calzada Real Aliste, in pratica una scorciatoia che permette di evitare i numerosi tornanti della A-630 che risalgono lenti il pendio della montagna.






Miliario CXXX.




Al colmo della valle, poco prima di una gasolinera, termina l’Extremadura ed inizia la Castilla. Si da addio ai cubi di pietra (mojones) con le bande gialla e verde...

Dopo la gasolinera si va a sinistra e poco dopo si passa sotto l'autovia.


Sotto l'autovia una interessante illustrazione "celebra" la Via de la Plata: un lungo serpentone raffigura il Cammino della Plata con tutti i nomi dei paesi e dei corsi d’acqua che attraversa.


Si incrocia la strada SA-515 che conduce a Peñacaballera.
Miliario CXXXII. Da qui il cammino si infila in un bel sentiero in un bosco di castagni.
Si cammina in discesa avvolti dal folto del bosco.







Il ponte romano-medioevale de la "Malena" o puente de la Magdalena.


Il ponte de la Malena attraversa il Rio Cuerpo de Hombre.
Il prato nei pressi del ponte è il luogo ideale per una pausa.

Nei prati vicini al ponte si ergono dall'erba alcuni miliari.
Dopo il ponte "Malena" il cammino procede in leggera ma costante salita sul probabile tracciato della strada romana.


Lo sterrato prosegue tra massi enormi e alti muri a secco fiancheggiati da una collina, dove altri massi sembrano sul punto di precipitare, tanto è instabile la loro posizione.


Dove appare meglio conservata la calzada romana la salita si fa più ripida.

Il panorama sotto di me si apre su una valle verdeggiante.

L'Ermita del Humilladero poco prima di Calzada de Béjar.
Eccomi a Calzada de Béjar. La prima casa del pueblo è l'albergue "Alba y Soraya" di Massimo e Manuela. All'albergue ritrovo Paco Francisco.

Presso la chiesa della Asuncion del piccolo pueblo celebro la santa Messa con alcune donne del paese e il pellegrino Paco Francisco.
In serata ceno abbondantemente all'albergue assieme ad un gruppo di 4 francesi già incontrati la sera prima ad Aldeanueva.
Al termine del giorno i km percorsi sono 23, per un dislivello complessivo di m. 588.

POST SCRIPTUM
Oggi lungo il cammino ho pensato a coloro che senza nessuna prospettiva fuggono profughi da guerre e miserie. Essere pellegrino può sembrare un andare impegnativo, faticoso... In realtà questo procedere non è niente rispetto a chi per terra o per mare fugge e non sa cosa l'aspetti. Un pellegrino sa di essere atteso, ma un profugo può dire altrettanto?
Forse un profugo non ha nel cuore una meta, quanto piuttosto, il suo vero scopo riguarda solo il bisogno di allontanarsi, di scappare, di mettersi in salvo da qualcosa. Ma può una persona dimenticare la propria terra, privarsi della propria cultura? A volte la sopravvivenza può chiedere anche di vivere senza una terra, una patria, una identità. 
Come il profugo anche il pellegrino potrebbe dire: non importa dove vado, se agli inferi o in cielo, se in fondo alla stradina sotto casa o sulla vetta della montagna più alta, se su un aereo o su un treno; l’importante è trovare se stessi allontanandosi da ciò che si è. 

Nessun commento:

Posta un commento