venerdì 3 giugno 2016

12. Da Carcaboso a Aldeanueva del Cammino (km. 41)

Anche la tappa di oggi - la 12° del cammino - è stata molto lunga non avendo punti intermedi per trascorrere la notte. Vengo però a sapere che si poteva contare su un albergue privato ad Oliva de Plancia, non lontano dall'Arco di Caparra. Oggi ho incrociato un solo pellegrino, Paco, con il quale avevo condiviso l'intero albergue a Carcaboso
Sul cammino ancora tanta natura incontaminata e animali al pascolo nella prima parte della giornata fino al sito archeologico della città romana dove è rimasto il simbolo della Via de la Plata: l'Arco di Caparra (km. 18). Più che un monumento è una testimonianza viva e palpitante di storia, che ti accoglie tra le sue pietre, sotto il suo magnifico volto ed ti introduce in qualcosa di magico, di incantato. E' anche l'unico luogo dove si può trovare qualcosa da bere e mangiare. Poi ci sono ancora diversi km di asfalto (km. 21 )fino al paesino di Aldeanueva del Camino dove nell'albergue privato "La Casa de mi Abuela" trovo 4 pellegrini francesi.
Il cammino si conferma un'esperienza di profonda solitudine, di grande introspezione e conoscenza di sé, di fatica ma anche di volontà a non fermarsi quando la stanchezza si fa sentire. Il cammino poi sa sempre come ricambiare con i suoi amici con momenti di grande intensità come il passaggio per l'Arco di Caparra.

Qui puoi trovare il FILE GPS e la MAPPA: CARCABOSO - ALDEANUEVA

Da Carcaboso a Aldeanueva del Camino.
Uscendo da Carcaboso prima del sorgere del sole.

La Senora Elena la sera prima si era premurata di darmi tutte le indicazioni per non perdere il tracciato del cammino. 


I grandi nidi di cicogna.



Il cammino procede su un crinale per molto tempo con animali al pascolo.






L'altopiano è popolato di querce e allevamenti protetti da muretti di pietra.




Naturalmente anche qui i cancelli da aprire e chiudere sono numerosi.




I segni sono scarsi però è difficile perdersi: basta seguire la direzione dello sterrato che in gran parte ripercorre l'antica calzada romana.




Sbuco sulla carretera che proviene da Oliva de Plasencia (CCV-122). Di fronte c'è la grande casa-fattoria di Ventaquemada che non offre nessun servizio ma è l'unica casa che si incontra in quasi 4 ore di cammino. Nei pressi della fattoria un miliario dell'Extremadura indica il cammino verso Caparra.
La Cañada Real de la Plata.



La calzada romana tra muri di pietra nei pressi di Caparra.
Ecco l'Arco di Caparra.
Uno dei punti più significativi del cammino è l'Arco di Caparra, al centro di una cittadina di epoca romana. I pellegrini arrivando dalla calzada romana e passando sotto l'Arco rivivono il gusto di un gesto che nell'immaginazione riporta ai tempi in cui sotto questo arco sono passate legioni, mercanti, pellegrini, pastori...

Il sito archeologico di Caparra coincide con la Quinta Mansio della calzada romana XXIV. La cittadina arrivò ad una estensione di 14/16 ettari con diversi edifici tra cui un anfiteatro e due templi. Ciò che si conservato miracolosamente nel tempo è l'arco quadriportico attraverso il quale si entrava in città.

Oggi sono l'unico visitatore. Mi prendo il tempo per visitare l'intero sito archeologico e per fare una pausa ristoratrice presso il Centro de Interpretacion, dove funzionano distributori automatici di bibite e sneck.






















Dopo l'Arco di Caparra ci si immette nella dehesa Casablanca che si attraversa per il lungo e solitario sentiero tra i campi all'inizio tra muretti di pietra.





Ci sono anche un paio di fiumi canali che si attraversano su blocchi di pietra.





Rio Garganta Perdida.


Sbuco in una strada deserta. Da qui sono ancora 15 km d'asfalto fino ad Aldeanueva: prima in un tratto con poco traffico fino al sottopasso dell'Autovia de la Plata (km. 9) e poi sulla carretera N-630 in salita fino ad Aldeanueva (km. 6)




Il pueblo di Casas del Monte



I nidi di cicogna che diventano rifugio e casa anche per altri uccellini.
Entro ad Aldeanueva per l'antica calzada romana.
Ad Aldeanueva del Camino arrivo piuttosto stanco. Dopo una doverosa sosta per rinfrancarmi cerco l'albergue. L'albergue municipale è in condizioni igieniche davvero precarie. L'albergue privato "La Casa de mi Abuela" invece è tenuto molto bene e dispone di una buona cucina.
L'Ayuntamiento di Aldeanueva del Camino.

La chiesa di Nostra Signora dell'Olmo (sec. XV) nota anche come Iglesia de Arriba.
La chiesa di San Servando.
Il piccolo ponte sul Garganta Buitrera è di origine romana e collega i due nuclei di Aldeanueva che al tempo della Riconquista erano amministrativamente divisi.


Alla fine della giornata i km percorsi sono 41.
POST SCRIPTUM
Il cammino ti porta con naturalezza a preoccuparti solo delle cose veramente importanti. Camminando si torna a dare una dimensione più giusta alle cose, perché c'è di mezzo la fatica, quella sana stanchezza che dà armonia. Nel cammino non ci sono strappi violenti, le energie vengono dalla respirazione, quindi è uno sforzo naturale che ti fa sentire vivo.
Andando piano posso avere un rapporto personale con le cose, posso vedere scorrere la realtà nelle sue infinite possibilità; abbandono la concezione di una rappresentazione dell’universo sempre uguale, perché riesco a cogliere tutte quelle sfumature che la fretta impedisce di vedere, cose mai viste o, il più delle volte, cose già viste, ma sulle quali non mi sono mai soffermato. E questo permette di ritornare la commozione e la meraviglia, la sorpresa per una realtà che si manifesta poco alla volta, senza fretta.
È come imparare nuovamente a camminare, come un bambino che passa dalla posizione a gattoni alla posizione eretta. Lo stupore di vedere tutto ciò che lo circonda da un’altra prospettiva pervade il camminante di un’energia di vita che non si può descrivere con termini umani, ma che ricorda a chi è
in ricerca, un concetto importante e fondamentale: sono vivo.
Raggiungere la beatitudine parte dal fatto di esserci, sentirmi vivo, scoprire quanto le persone sono davvero preziose, quanto è misterioso e straordinario il meccanismo che le tiene in piedi e le fa camminare, che le fa vedere, che le fa sognare e pensare; se scoprono questa preziosità, quando hanno mangiato qualcosa di buono, hanno dormito in un letto asciutto e frequentato un sacco di amici, non chiedono altro.
Saper guardare e attribuire la giusta importanza allo lo spettacolo stupendo che tutti i giorni davanti ai nostri occhi avviene: l’alba, il tramonto e gli incontri, questo è una cosa straordinariamente potente.
Scrive Tomas Espedal in "Camminare dappertutto, anche in città": “Sono passato di qua molte volte; ma oggi è come se fosse la prima. Forse perché sono sveglio”.

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