La 6° tappa del mio cammino è stata caratterizzata dalle diverse situazioni climatiche: nella prima parte della giornata il clima era temperato e il cielo sereno, per poi annuvolarsi e diventare piovoso e freddo verso mezzogiorno; nel primo pomeriggio sono incorso in un breve ma forte temporale che poi ha lasciato spazio in serata al vento e al sole.
Oggi ho camminato a lungo nella più solitaria campagna ma ho pure ho attraversato tre preziosi centri: Puebla de Sancho Perez, la bella Zafra e Los Santos de Maimona, per arrivare nel pomeriggio in una cittadina famosa per la produzione del vino Ribera: Villafranca de Los Barros.
Non incontro pellegrini lungo il cammino. Solo a Zafra in un bar ho conosciuto un giovane spagnolo che ha lavorato in Italia e con la scusa di "rinfrescare" l'italiano ci siamo fatti una bella chiacchierata su Zafra e la sua storia. La sera in un accogliente albergue turistico di Villafranca mi trovo da solo.
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Da Calzadilla de los Barros a Villafranca de los Barros passando per Zafra. |
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La chiesa gotica del Divino Salvatore a Calzadilla alle prime luci dell'alba. Ho letto che all'interno vi è conservata una bella bella immagine di Santiago pellegrino del sec. XV.
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L'ayuntamiento di Calzadilla in Plaza España. |
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Calle de Zafra. |
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Uscendo da Calzadilla. |
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In breve il cammino si immerge tra le coltivazioni a seminativo nella campagna più solitaria. |
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Si devono attraversare un paio di "arroyos" che in questo tempo dell'anno non hanno molta acqua. Qui l'arroyo del Porrino |
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L'arroyo di Matasanos. |
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Incrocio la carrettiera BA-069 che conduce a Medina de las Torres. |
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Un'area di sosta lungo il cammino purtroppo priva di acqua. |
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Le coltivazioni a seminativo si alternano a grandi estensioni di vigneti. |
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Il passaggio a livello del treno che collega Medina de las Torres a Puebla de Sancho Perez. |
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Entrando a Puebla de Sancho Perez. |
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Puebla de Sancho Perez: Plaza España e sullo sfondo la chiesa di Santa Lucia. |
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L'ayuntamiento di Puebla de Sancho Perez. |
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Uscendo da Puebla si cammina lungo la carrettera BA-160 in direzione di Zafra. |
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Il cammino tra Puebla e Zafra non passa più lungo la ferrovia e la vecchia ferrovia come asseriscono le guide. |
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Si entra a Zafra attraverso la periferia residenziale. |
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Il Parque de la Paz di Zafra. |
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La fortezza di Alcazar. |
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Arcazar: è un grande edificio di pianta quadrangolare con una alta torre e altre più basse per presidiare il centro di Zafra. Oggi l'edificio militare è stato convertito in Parador turistico. |
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Plaza de Alcazar. |
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L'ingresso principale del Parador de Alcazar. |
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Plaza del Corazon de Maria. |
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Calle Huelva. |
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L'antica Plaza Grande di Zafra, luogo di uno dei mercati più antichi di Europa. |
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La chiesa della Candelaria: la chiesa principale di Zafra. |
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Plaza Grande. |
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La fontana di Plaza del Pilar Redondo e dietro l'ayuntamiento di Zafra. |
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Una grande fontana con pesci dove inizia Calle San Francisco. |
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Uscendo da Zafra incontro la Torre di San Francesco ciò che rimane di un antico convento francescano.
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Presto la strada che esce da Zafra inizia a salire verso la Sierra di San Cristobal. |
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La Sierra di San Cristobal. |
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La discesa verso il pueblo di Los Santos de Maimona. |
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Los Santos de Maimona. |
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La animata Plaza de España con la chiesa di Nuestra Señora de los Angeles (sec. XVI). |
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La Puerta del Perdon della chiesa di Nuestra Señora de los Angeles a Los Santos de Maimona. |
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Un fortissimo temporale mi costringe a cercare riparo mentre ancora mi trovo a Los Santos de Maimona. Terminato il temporale esco dal paese, attraverso il ponte sul torrente Robledillo, e vado verso campagna che, all’inizio, attraversa campi coltivati e poi si trasforma in cañada. Ai lati recinzioni continue delimitano riserve di caccia. |
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Gli ulivi uscendo da Los Santos de Maimona. |
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Si vede in lontananza la tanto osteggiata raffineria. |
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Per circa 15 km si cammina prima tra oliveti e vigneti, poi in un cañada di pascoli con pecore, senza case o ombra alcuna per ripararsi. Ai lati continue recinzioni delimitano riserve di caccia.
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Si cammina a lungo in terreno pianeggiante sino ad incontrare alcune case abbandonate ed un serbatoio alla sommità di un traliccio. Di qui riprendono gli olivi e i terreni coltivati. |
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All'orizzonte Villafranca de los Barros. |
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Si incrocia una linea ferroviaria per portarsi sulla destra in direzione della vicina carrettiera N-630. |
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Si cammina un po' sulla carrettera N-630 passando sotto l'Autovia A-66 per deviare a destra dopo poco.
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Si cammina tra case rurali, giardini, orti e tanti vigneti fino alle porte di Villafranca. |
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Villafranca de los Barros. |
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In vista di Villafranca de Los Barros: pueblo famoso per il vino Ribera. |
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Mi accoglie alle porte della cittadina una enorme bottiglia... |
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La chiesa di Nuestra Señora del Valle |
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La Puerta del Perdon. |
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Chiedo di passare la notte all'albergue "Extrenatura" dove non ci sono ospiti per quella notte. Il luogo è centralissimo, economico e ben tenuto. Consumo la cena nel vicino Hostal Rosa dove non si mangia per niente bene. |
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Al termine del giorno i km percorsi sono quasi 40. |
POST SCRIPTUM
Anche quando il sentiero e la strada sono ben tracciati come nell'odierna giornata di cammino, l’uomo a volte è costretto a fare delle deviazioni che non erano programmate (per trovare da mangiare e da bere, per vedere un luogo, per l'improvviso maltempo...) e questo significa che tutto può essere messo in discussione. La persona che si è programmata di arrivare in un determinato posto, non accetta facilmente una deviazione del percorso e non capisce cosa queste possa insegnare anche a livello spirituale.
In realtà l’uomo deve imparare a farsi dei progetti e non programmare tutto quello che dovrà fare nelle prossime ore. Non siamo abituati ad abbandonare le nostre agendine piene di impegni e a posare orologi che scandiscono il tempo che ci separa da una riunione ad un’altra e smartfone che ce ne ricordano la scadenza.
Su questo particolare cammino, il pellegrino come colui che deve essere rigenerato impara a rispettare il tempo, non vive il presente con l’angoscia di cosa dovrà fare dopo; gusta ogni secondo come se fosse l’anello di una catena che lo tiene legato al secondo che lo ha appena preceduto e quello che sta per essere vissuto. Non fa più parte della categoria di coloro che non hanno più paura, di coloro che sentono di aver tutto sotto controllo e vivono la tentazione di fermarsi cedendo alla stanchezza e alla routine.
Lungo la via del cammino, il camminante può non darsi pensiero per quello che dovrà fare domani. Si deve solo preoccupare di seguire i segnali con fiducia, anche se portano su alture che si potrebbero aggirare a valle con estrema comodità. Egli assomiglia sempre di più all'antico pellegrino che cammina e si deve solamente preoccupare di mangiare e di trovare un riparo per la notte.
...non vedo l'ora di vedere i 41 km di immagini odierne... :)
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