Questa 7° tappa è caratterizzata dalla lunghezza dei tratti di cammino in totale solitudine, su strade lunghissime e pianeggianti, in aperta campagna, senza intravvedere un punto di arrivo. Tra Villafranca de los Barros e Torremejia sono 27 i km da percorrere senza ombra, acqua, case o ripari da sole e pioggia... Da Torremejia alla città romana di Mérida ci sono altri 15 km.
Ho incrociato due pellegrini inglesi e uno spagnolo con cui ho scambiato qualche parola. La sorpresa più gradita è stata l'incontro a Torremejia con Elio di Brescia, un esperto pellegrino con cui abbiamo condiviso la strada fino a Mérida. Un bel incontro per rinfrancarsi dopo giorni di solitudine...
 |
Da Villafranca de los Barros a Torremejia. |
 |
Da Torremejia a Mérida. |
 |
Esco di buon mattino da Villafranca per calle Santa Joaquina, Plaza Corazon de Jesus e Calle Calvario per arrivare all’Ermita de la Coronada.
|
 |
Plaza Corazon de Jesus. |
 |
L'ermita de Nuestra Senora de la Coronada: patrona di Villafranca. |
 |
Uscito dal paese mi immetto in uno stradone sterrato rettilineo. |
 |
Lungo la via solo vigne a perdita d'occhio e qualche olivo. |
 |
Il ponte sull''arroyo Bonhabal. |
 |
Raggiungo alcuni pellegrini: uno spagnolo e due inglesi. |
 |
Incrocio la carretera per Almendralejo. |
 |
In vista di Torremejia. |
 |
Torremejia. Qui dopo essermi rifocillato ad un bar del paese, incrocio casualmente Elio un pellegrino bresciano che sta aspettando il bus verso Merida. Dopo esserci presentati e conosciuti decidiamo di percorrere insieme i km che ci separano da Merida. |
 |
Usciamo da Torremejia verso Merida ignorando la via ufficiale ma camminando sull'asfalto della carretera A-630.
|
 |
Sulla nostra sinistra si vede il serbatoio dell'acquedotto. |
 |
Si cammina a lungo sull'asfalto della A-630. |
 |
Si incontra l'accesso all'Autovia A-66: Sevilla - Merida. |
 |
Sulla destra il tracciato della ferrovia. |
 |
Si attraversa su cavalcavia il tracciato ferroviario. |
 |
Nei pressi di una zona industriale il cammino si inoltra nuovamente nella campagna. |
 |
Si cammina tra campi di seminativi e distese di vigneti. |
 |
Il cammino è sempre ben segnato e non ci sono problemi di orientamento. |
 |
In fondo al cammino finalmente si intravvede Mérida (Emerita Augusta). |
 |
Si entra a Mérida attraverso il parco cittadino che costeggia il fiume Guadiana, passando lungo il meraviglioso ponte romano. |
 |
Il ponte romano di Mérida è lungo 800 m. e posa su 60 archi. Impressiona per la sua solidità e eleganza. Per la sua edificazione fu necessario prima costruire una isola artificiale circondata da un poderoso muro di pietra di 150 m. di perimetro.
|

 |
Alla fine del sec. I a. C. Roma ha portato a termine la conquista e pacificazione della penisola Iberica. Le numerose legioni che erano state utilizzate per questo progetto non sono più necessarie e il loro scopo militare si riconverte in opere di assestamento e ripopolamento del territorio. Nel 25 a. C. il legato imperiale Publio Carisio riceve l'ordine dall'Imperatore Ottavio Augusto di impiegare i veterani delle legioni V (Alaudae) e X (Gemina) e fondare con loro una nuova città sulle rive del fiume Guadiana in un luogo strategico che noi oggi identifichiamo con la regione dell'Extremadura. Nasceva così Emerita Augusta, Mérida, la principale città romana del sud-ovest della penisola e futura capitale della Lusitania. La città fu concepita su una superficie di 80 ettari, circondata da una muraglia con torri circolari. |
 |
Al termine del ponte si vede l'Alcazaba, una fortezza araba del 835 d. C. costruita sui resti di edifici romani. |
 |
Al termine del ponte romano si trova Plaza de Roma nel mezzo della quale si trova il bronzo dedicato alla lupa romana che allatta Romolo e Remo. |
 |
Non lontano dal ponte romano c'è l'Hostal Senero che raggiungiamo per passarvi la notte. |
 |
Arrivo a Mérida piuttosto stanco e quindi mi accontento di visitare Plaza de Espana e qualche via del centro storico, giustificandomi che l'Italia è piena di testimonianze storiche e architettoniche dell'antica Roma. |
 |
Il palazzo dell'Ayuntamiento. |
 |
La chiesa di Santa Maria. |
 |
Al termine del giorno i km percorsi sono più di 42. |
 |
Il dislivello di soli m. 226. |
POST SCRIPTUM
Il camminante ad ogni passo muta. Nessuno può notare una differenza esteriore, ma in realtà è in atto un profondo mutamento, che indica una nuova fase della sua vita. Poco alla volta, girando lo sguardo intorno a sé, si sorprende, osserva bellezze che mai prima di allora aveva notato in quel paesaggio. Quel sentimento di tristezza iniziale che lo ha condotto sul fondale del proprio mare spirituale, ora è trasformato in un atteggiamento di fiducia e curiosità per tutto quello che il cammino ha intenzione di far vivere sulla pelle al principiante viandante.
I pensieri di morte e occhi pieni di lacrime possono durare lo spazio di una notte, ma al mattino, semplicemente, arriva la gioia. Una delle lezioni importanti che il viandante deve ancora imparare è di non ascoltare la voce dell’impazienza, di non vivere con l’angoscia del fare e di consumare, perché il senso di avere una meta, un obiettivo da raggiungere, è legato al percorso stesso da compiere che porta all’arrivo e al raggiungimento dell’obiettivo in questione. L’atteggiamento con il quale cammina ora, è diverso; gli sembra che la fatica, il dolore, le tribolazioni del lungo viaggio che sta compiendo, non sono nulla se confrontate alla gloria, alla libertà, alla felicità, che si pongono in lontananza all’orizzonte.
Nessun commento:
Posta un commento