lunedì 30 maggio 2016

08. Da Mérida a Alcuéscar (km. 38)

La 8° tappa del mio cammino inizia da Mérida al mattino molto presto. Esco da Mérida e salgo verso l'incantevole embalse di Proserpina, un invaso d'acqua creato dai romani per approvvigionamento della città di Mérida. Da qui si proseguo verso El Carrascalejo dove c'è un albergue e poi Aljucen dove pure c'è un altro albergue (17 km). Per Alcuescar, la mia destinazione finale, ci sono altri km 19 che attraversano il parco naturale di Corvalvo.

Qui puoi trovare il FILE GPS e la MAPPA: MERIDA - ALCUESCAR

Da Merida ad Aljucen.
Da Aljucen ad Alcuéscar.
Il sole deve ancora sorgere quando inizio il mio cammino.
Vado in direzione del fiume Guadiana fino al Puente de Lusitania che non attraverso. 
Inizialmente si costeggia il fiume Guadiana. Andando poi a destra si vede l'imponente acquedotto romano de los Milagros.
L'acquedotto romano di Mérida.

L'acquedotto presenta tre ordini di archi. Possedeva torri di distribuzione, piscina limaria e, alla fine, un serbatoio terrazzato per la decantazione dell'acqua. Nella zona della valle di Albarregas raggiunge un'altezza di 25 metri. I materiali utilizzati per la costruzione, granito e mattoni. Le arcate a tutto sesto sono rafforzate da archi posti a differente altezza.


Ad una grande rotonda imbocco l'Avenida del Lago in direzione de l'Embalse de Proserpina.

Si cammina in leggera salita su una comoda pista ciclabile.
Si supera proseguendo diritti la Carretera EX-209.
Alle mie spalle la città di Mérida.

Si oltrepassa su viadotto l'Autovia A-5
Un cruseiro.

Dalla sommità di una colle si intravvede verso il fondovalle l'Embalse de Proserpina.


L'Embalse di Proserpina.
L'Embalse de Proserpina è stato voluto dai romani nel I sec. a. C. per rifornire d'acqua attraverso l'acquedotto de los Milagros la città di Augusta Emerita (Mérida). E' un grande invaso che raccoglie l'acqua piovana e dei torrenti Adelfas e Pardillas.




Il cammino procede lungo il perimetro dell'Embalse attraverso un sentiero molto suggestivo.










Scavi archeologici hanno portato alla luce le opere di presa realizzate dai romani.











Aggirato l'embalse il cammino prosegue su una stradina asfalta in leggera salita verso la campagna tra pascoli e boschetti di querce. In aria c'è una leggera nebbia creata dai vapori dell'embalse.

Mi precedono due giovani pellegrini di Vancouver (Canada)














Il pueblo di El Carrascalejo.

La bella chiesa di Nostra Senora de la Consolacion (sec. XIV-XV) di El Carrascalejo.



Nuestra Señora de la Consolación (sec. XIV-XV)

La piazza di El Carrascalejo.

Ora si cammina tra seminativi e vigneti, giungendo in breve e con saliscendi, passato un tunnel sotto l’autostrada ad Aljucen.





Il pueblo di Aljucen

L'Ayuntamiento di Aljucen.
740 km a Santiago.

La chiesa di San Andrés (sec. XVI) di Aljucen
Aljucen è un ottimo luogo per una sosta prima di affrontare gli altri 20 km che ancora mancano per Alcuescar.



Mi precede una coppia di pellegrini baschi.



Una piacevole immagine di altri tempi...

Fuori del pueblo di Aljucen si incrocia la carretera N-630 che si percorre per poche centinai di metri in direzione di Caceres.



Si attraversa il Rio Aljucén.

In corrispondenza di una gasolina si lascia la carretera per immettersi nella strada sterrata del parco del Cornalvo.


Il parco naturale del Cornalvo.

Si cammina a lungo in questa silenziosa e solitaria valle fatta di pascoli e querce. Fa molto caldo. 





Un antico ponte romano.








Il cammino tende a spianare trasformandosi in una larghissima cañada.





I cancelli da aprire e chiudere sono numerosi.

Due cani sbucati da non so dove camminano con me per diversi km. Un allevatore di passaggio con il suo pick-up mi chiede di chi sono. Decide di prenderli con se per sapere da dove vengono e riconsegnarli al padrone.




Un corso d'acqua e l'ombra di una quercia diventano un ottimo luogo per una pausa.


Via de la Plata


Dopo diversi km davanti a me si profilano all'orizzonte delle colline dietro le quali c'è la mia meta.





Arrivato ad una croce di pietra (Cruz de San Juan) e proseguo (in salita, tratto con molte pietre) in direzione di una sella che chiude l’orizzonte e sulla quale dovrò salire con fatica. Mancano ancora 5 km per Alcuescar. Qua e là si nota qualche casa di contadini e pastori.




Oltrepassata la sella tra le colline scendo verso Alcuescar.

In vista di Alcuescar.


Ecco la grande casa degli Esclavos de Maria e los Pobres, una piccola congregazione religiosa dedicata al servizio dei poveri e all'accoglienza di anziani e handicappati, dove è operativo un bel albergue gestito dalla Confraternità di San Giacomo.

Alcuescar.
L'originale cappella de Los Esclavos che richiama nella sua struttura l'immagine del "castello interiore" secondo l'intuizione di Teresa D'Avila.

Al termine del giorno i km percorsi sono quasi 38.
POST SCRIPTUM

Di albergue sul cammino ce ne sono di tanti tipi. I più diffusi sono gli albergue municipal che applicano una tariffa fissa, il trattamento è standardizzato per tutti, generalmente sono ben tenuti e anche attrezzati di uno spazio cucina. C'è sempre un hospitalero incaricato ad accoglierti anche se a volte si limita semplicemente a trascrivere i tuoi dati e chiederti il corrispettivo.
Ci sono poi gli albergue privati o familiari dove lo standard è superiore a quelli municipali: normalmente ti offrono le lenzuola, a volte la colazione e la cena, qualche volta però per costringerti a mangiare da loro non mettono a disposizione neppure un frigorifero per l'assetato pellegrino e soprattutto domandano un corrispettivo superiore.
Ci sono poi gli albergue delle confraternite, degli ordini religiosi, delle parrocchie. Qui normalmente vige la regola del donativo. L'accoglienza è personalizzata; offrono quasi sempre cena e colazione; si preoccupano che resti nel ricordo del pellegrino il "profumo" di essere stato accolto, anche con momenti di incontro, preghiera, riflessione... 
L'albergue di Alcuescan è proprio di questo tipo. Nella struttura di un istituto religioso si viene accolti dai volontari della Confraternita di Santiago, conosci l'attività e la vita dei religiosi, partecipi alla S. Messa, ti viene offerta una abbondante cena e poi godere di un trattamento secondo le personali esigenze di ciascuno. Bisogna rispettare degli orari ma credo che sia il minimo quando sei ospitato da chi in cambio non ti chiede nulla. 

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