Questa 30° giornata di cammino è volata via veloce. Non c'erano asperità impegnative da superare e anche la temperatura è stata dalla parte del pellegrino.
Grazie anche agli altri compagni pellegrini dell'albergue di Castro Dozon (una famiglia neozelandese e due americani) che si sono alzati presto, ho approfittato delle ore fresche del mattino per arrivare velocemente a Laxe. Da qui ho abbreviato di qualche km camminando sulla carrettiera N-525, prima fino alla città di Silleda, poi al piccolo pueblo di Bandeira dove c'è un nuovissimo albergue municipale.
Domani mi restano gli ultimi 33 km e nel primo pomeriggio penso di entrare in Plaza de Obradoiro. Naturalmente il pensiero davanti all'Apostolo Giacomo sarà per tutti coloro che tramite queste pagine mi hanno seguito e incoraggiato.
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Da Castro Dozon a Bandeira. |
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E' ancora buio quando mi metto in marcia dall'albergue di Castro Dozon. |
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Cammino lungo la carretera N-525. |
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L'Alto de Santo Domingo (m. 700 slm). Da qui si scende nell'omonimo pueblo e dopo un poca di carretera si prende una pista di terra a sx che sale percorrendo in saliscendi il crinale di colline. Camminando lungo le colline si aprono continui panorami. |
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A Puxallos trovo presso una abitazione privata una bella statura di Santiago. |
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L'ermita di Puxallos. |
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Si cammina su dolci saliscendi, per piacevoli stradine di campagna, per lo più tra terreni coltivati ma ogni tanto con qualche tratto di bosco. |
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Si attraversa su ponte l'Autovia Centrale Galega AP-53 (Santiago - Ourense). |
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L'ermita di Xesta. |
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L'incrocio dell'abitato di Estacion de Lalin dove poco lontano c'è un buon bar per fare colazione. |
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Il cammino ora sale verso un colle passando sotto la ferrovia fino ad un incrocio dove si va a dx. |
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Si attraversano su stradine e piste di terra minuscoli abitati rurali senza servizi: Botos, Fondevilla... |
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In vista del pueblo di Donsion. |
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La chiesa di Santa Eulalia a Donsion. |
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Si attraversa il fiume Cabirtas. |
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Si costeggia l'Autovia AP-53 (Santiago - Ourense) |
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Tenendo l'Autovia a dx si sbuca in località Bendoiro sulla carrettiera N-525. |
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Il poco traffico mi consente di camminare lungo la N-525. |
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La carretera N-525 in località Prado. Da qui si dovrebbe scendere nella valle del fiume Deza attraversato da un ponte romano. Preferisco continuare a camminare sulla carretera. |
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In località Taboada si incontra una bella ermita dedicata a Santiago. |
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Il cruseiro di Taboada. |
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Raggiungo attraverso la carretera la vivace cittadina di Silleda dove la presenza di tutti i servizi mi consente di fare una congrua pausa per il pranzo. |
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Il monumento alle porte di Silleda. |
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Il palazzo dell'ayuntamiento di Silleda. A Silleda si trovano tutti i servizi. |
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Dopo una pausa pranzo a Silleda riprendo il cammino lungo carretera N-525. |
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Santiago si avvicina. |
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Il pueblo di Bandeira è la mia meta odierna. |
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L'originale campanile del pueblo di Bandeira. |
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Il nuovo albergue di Bandeira che condivido con un unico pellegrino. |
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Al termine del giorno i km percorsi sono quasi 35. |
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Il dislivello complessivo è di m. 515. |
POST SCRIPTUM
Domani arriverò a Santiago. Mancano pochi km e una manciata di ore per giungere alla mia meta e quindi al rientro nella vita di sempre.
Penso che il regalo più grosso che un cammino può fare è quello di “rimetterti a nuovo” presentandoti uno stile, quello del pellegrino. Uno stile che può essere riproposto nella vita di tutti i giorni; il pellegrino cammina sempre, affronta le difficoltà e gli imprevisti con lo spirito “giusto”, sviluppando quella consapevolezza che la porta a capire che la vita è nelle proprie mani, che l’esperienza non è ciò che accade ad una persona, ma ciò che una persona decide di fare con ciò che le accade; trovando da queste difficoltà la forza per proseguire nel suo incessante avvicinamento a quella meta che gli è ben chiara, sapendo però che raggiungere la meta non significa necessariamente aver concluso il proprio viaggio, anzi, il buon viaggiatore sa che presto nuove strade lo chiameranno, perché l’arrivo è solo una tappa del percorso, pronti ad avventurarsi nelle città del mondo, nelle foreste, nelle montagne, nei deserti, per fare nuove provviste di immagini e sensorialità.
Per scoprire altri luoghi e altri volti, per trovare argomenti di ricerca, per rinnovare lo sguardo ma soprattutto per prendere coscienza delle proprie potenzialità e ritornare a casa con uno spirito diverso, pronto ad affrontare le difficoltà che la vita ci mette davanti.
Per ricordarci che fintanto che abbiamo un corpo tanto vale servirsene, e che la terra è rotonda, e facendo tranquillamente il giro ci si ritrova un giorno al punto di partenza, pronti per un altro viaggio.
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