martedì 24 maggio 2016

02. Da Guillena a Castilblanco de los Arroyos (km. 19)

Questa seconda tappa come riportano le guide è facile e piacevole. All'inizio e alla fine c'è un po' di asfalto che comprende la piccola zona artigianale di Guillena da attraversare e l'ingresso nel pueblo di Castlblanco; poi nella parte centrale del cammino ci si allontana dalla civiltà per camminare tra oliveti, coltivazioni di girasoli e bei pascoli con querce e lecci (la dehesa). 
La giornata si prospetta calda ma considerata la brevità della tappa anche la stessa assenza di acqua o di paesi lungo il cammino non preoccupa eccessivamente il camminante.

Qui possono trovare il FILE GPS e la MAPPA: GUILLENA - CASTILBLANCO.

Da Guillena a Castilblanco de los Arroyos.
La tappa odierna inizia esattamente nei pressi della chiesa di Guillena.

Una delle vie centrali di Guillena.

Dal centro di Guillena le frecce gialle mandano verso il fiume-canale la Rivera de Huelva. Se il greto del canale è in secca lo si può attraversare e continuare a camminare nel mezzo della campagna. 

Nel mio caso il fiume-canale la Rivera de Huelva non è attraversatile a guado e quindi devo salire sul ponte della carretera e proseguire il cammino sull'asfalto.


La carretera A-460 che da Guillena porta verso la zona artigianale appare già nelle prime ore del mattino piuttosto trafficata e richiede un po' di prudenza.

Lasciando alle mie spalle Guillena si entra a sinistra nella zona artigianale.


Al termine della zona artigianale di Guillena si prende a sinistra una strada bianca che entra decisamente in aperta campagna.
Si entra in quella che viene chiamata Cañada Real de Las Islas.
Inizia la "dehesa", un percorso in costante ma moderata salita solitario e bello, inizialmente tra oliveti poi tra pascoli e boschetti di querce.





L'oramai lontano pueblo di Guillena.



Le guide avvisano che quella che sembra una normale strada di campagna con la pioggia si trasforma in una morsa di fango.


Una fattoria con torre.





Un "bicigrino" di Maiorca si ferma per fare una foto con me. Si chiama Fernando ed è un poliziotto. Viaggia a 120 km al giorno.
In concomitanza di un cancello aperto, noto una buca coperta da una griglia di pali metallici. Non ci vuole molto a capire che è stata posta per impedire agli animali di allontanarsi.
Il cartello informa che sto entrando nella Via Pecuaria Cañada Real de Las Islas nella Sierra Norte. E difatti il paesaggio muta di colpo. Se prima però avvertivo intorno a me l’immensità degli spazi, senza ostacoli o barriere, ora si cammina lungo una strada in terra rossa delimitata talvolta sui lati da una recinzione.









Tra i lecci i prati sono ricoperti di tantissimi minuscoli e coloratissimi iori.

Il prato fiorito.
Anche se la zona è solitaria si trovano segni del passaggio di pellegrini.



L'indicazione "plurilingue" per un vicino pozzo d'acqua.
L'acqua si estrae dal pozzo con una pompa manuale. Nessun cartello vieta di bere quest'acqua che comunque è provvidenziale se non altro per rinfrescarsi un poco per via del caldo.

Una fattoria.

Al termine della Cañada il sentiero si immette in una comoda strada bianca che dopo 1 km incrocia la strada d'asfalto A-8002 proveniente da Burguillos.

Castilblanco de los Arroyos non è lontano ma nell'asfalto il caldo si fa particolarmente sentire.


All'ingresso di Castilblanco un bel monumento dedicato alle cicogne.

Dal terrazzo dell'albergue si domina il paese fatto di case bianche. L'albergue offre anche interessanti letture murali sul cammino e il suo simboleggiare la vita.




I grandi nidi di cicogna sul tetto della chiesa di Castilblanco.




La chiesa di Castilblanco titolata al Divino Salvador in stile mudéjar.










Non è stata una tappa lunga: soli 19 km. Forse è la più breve di tutto il cammino. Bella per la natura incontaminata e opportuna per entrare nelle fatiche del cammino.

Anche l'ascesa totale è di soli 400 m.

POST SCRIPTUM
Il cammino si sta rivelando proprio come lo desideravo: silenzioso, solitario, selvaggio, imprevedibile, fatto di rari incontri semplici e liberi. Nell'albergue di Castilblanco trovo da parte dell'ospitalero della Federazione degli Amici del Cammino una accoglienza calda e fraterna. Oggi siamo solo 4 pellegrini (un italiano, uno spagnolo, un irlandese e un ucraino) tutti non più giovanissimi ma pieni di entusiasmo. In serata poi arriveranno anche diversi "bicigrini".
Riflettevo tra me e me mentre sono ancora ai primi chilometri del mio lungo cammino. Riflettevo che a causa del caldo, della stanchezza fisica, dei disagi legati alla vita pellegrina..., lo scoramento può avere il sopravvento. Guardare indietro so che non mi può aiutare, anche se girando il capo mi rendo conto di aver percorso solo poche decine di km. Allora il pensiero va alle comodità lasciate, ai sacrifici da ripetersi ogni giorno per più settimane, alle incognite che il cammino inevitabilmente riserva..., e così un remoto sentimento di angoscia si è insinuato nel mio cuore quasi fossi un pellegrino alle prime armi.
Così un po' di sconfortato mi sono sdraiato sul terrazzo dell'albergue con gli occhi chiusi. Appena li ho riaperti però mi sono trovato a contemplare l’immensità del cielo che mi sovrastava, e ho pensato a quanto è grande il cielo rispetto a un uomo, ad una montagna, ad un intero cammino... E così, il cielo, nel suo silenzio mi ha parlato e infuso un sentimento di pace e tranquillità, tale da far mutare una certa angoscia in preziosa speranza.
Allora guardandomi indietro mi sono detto che comunque oggi sono più vicino alla metà rispetto a ieri e questo ha riacceso in me la determinazione di conquistare la meta.

1 commento:

  1. Bellissimo,
    ti sono vicina in questo percorso che è anche e soprattutto interiore. La strada è maestra di vita e di crescita personale. A presto, un abbraccio forte da parte mia, di Fiorenzo e Damiano

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