Siviglia fu la "Hispalis" romana, una città commerciale con un popoloso porto fluviale e solide mura fatte costruire da Giulio Cesare. Da qui partiva una "calzada" cioè una via lastricata che portava alla vicina Italica e poi verso nord a Emerita Augusta, oggi conosciuta come Mérida. Questa "calzada" è la colonna vertebrale di quella che oggi noi conosciamo come Via de la Plata.
Occupata dagli arabi nel sec. VIII Siviglia prende il nome di "Ibila" e diventando la capitale del regno almohade che conosce il suo massimo splendore architettonico nel sec. XII. Ancora oggi Siviglia è un misto di arte islamica e cristiana.
Da Siviglia, da questa bella città ricca di storia e di arte, inizia il mio cammino verso Santiago. Il buon senso esige che la prima tappa anche di un lungo pellegrinaggio sia breve, proprio per entrare con gradualità nelle molteplici sfide che un cammino può rappresentare per il corpo, la mente e anche per lo spirito. Quindi ho a disposizione un po di tempo per poter visitare la città.
Qui trovi la MAPPA e il FILE GPX: SEVILLA - GUILLENA
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Da Sevilla a Guillena. |
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Dall'aeroporto grazie al servizio navetta è facile e veloce raggiungere il centro di Siviglia dove trovo ospitalità per la notte presso i confratelli cappuccini. |
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La partenza del mio cammino avviene dalla piccola chiesa dei frati cappuccini di Siviglia, in Ronda dos Capuchinos, nei pressi del quartiere Macarena. |
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Nella chiesa c'è l'immagine della Divina Pastora apparsa al cappuccino fra Isidoro nel 1700 come colei che con il Figlio Gesù si prende cura del gregge dei figli di Dio. |
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Un bel "azulejos" con l'effige della Divina Pastora. |
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Una graziosa raffigurazione della Sacra Famiglia conservata nel museo dei cappuccini di Siviglia. |
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Dal convento cammino spedito verso il centro storico di Siviglia. |
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La chiesa de San Pedro. |
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La torre Giralda. Assieme alla Cattedrale è il simbolo di Siviglia. |
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La torre "Giralda" è alta 82 m. ed è stata eretta tra il 1184 e il 1196 in stile almohade. Ricostruita dopo un terremoto nel sec. XVI funziona come campanile della cattedrale. |
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La torre "Giralda" deve il suo nome alla statua di bronzo di 4 m. posta sulla cima nel 1564. |
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Cuore della città di Siviglia è la cattedrale di Santa Maria. Terminata nel sec. XV è tra i più grandi edifici religiosi gotici. Nel 1987 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. |
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La "Puerta de los Palos" in questo anno giubilare "Porta Santa" della cattedrale di Siviglia. |
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La Puerta de San Cristobal. |
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La Porta principale. |
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La porta Principale con le porte laterali del "Baptistero" e del "Nascimento". |
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La porta del "Perdon". |
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La Cappella Maggiore. |
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Dopo aver visitato l'esterno e l'interno della cattedrale e aver messo il primo "sello" (timbro) sulla credenziale, i primi passi del cammino iniziano dall'angolo con calle Vinuesa, dove si trova la prima piastrellina con la conchiglia gialla stilizzata a sfondo blu, simbolo del cammino di Santiago. |
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Attraverso le stradine del centro storico esco verso la periferia di Siviglia. |
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La Torre Cajasol con il Ponte del Cachorro. |
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Si attraversa il fiume Guadalquivir sul Ponte Isabel II, noto anche come ponte di Triana, al termine del quale c'è la Capilla de la Virgen del Carmen con annesso il Museo del Castillo de San George.
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Il faro di Triana. |
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Il Ponte Isabel II. |
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Il Ponte del Cachorro. |
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La Hermandad del Cristo de la Ixpiracion. |
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Andando verso la periferia di Siviglia si attraversa il ponte della "Señorita" con pista ciclo pedonale al termine del quale la freccia gialla manda verso destra per i campi costeggiando il fiume Guadalquivir. |
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Animali al pascolo lungo il piacevole sentiero che costeggia il fiume Guadalquivir. |
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Il cammino è sempre ben indicato dalle frecce gialle. |
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In prossimità del Monastero di Sant'Isidoro a Santimonie. Il monastero fu fondato nel 1301 da Don Alonso Pérez de Guzmán e sua moglie Doña María Alonso de Coronel come sepoltura per le loro ceneri e testimonianza della loro fede. Fu edificato su un eremo mozarabico, che secondo la tradizione aveva accolto le spoglie di San Isidoro fino al loro trasferimento nella Collegiata di León nel 1063.
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A Santiponce c'è il famoso sito archeologico di Italica che però, mio malgrado, di lunedì è chiuso ai visitatori. Stessa cosa anche per l'anfiteatro. Peccato.
Attraversato l'abitato di Santiponce si cammina sulla carretera fino ad un grande incrocio con un vecchio ponte: da qui a sinistra inizia il lungo percorso rettilineo sullo sterrato che porta a Guillena.
Qui il lunghissimo sterrato di campagna che porta a Guillena: difficile in caso di pioggia per i tratti di fango che si formano; altrettanto impegnativo con il sole e il caldo per le elevate temperature.
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Davanti a me intravedo il primo pellegrino del mio cammino. Lo raggiungo. Si tratta di una donna australiana che a causa del caldo e probabilmente dello zaino pesante vedo molto affaticata. Fortunatamente siamo vicini alla nostra meta. |

In un piccolo avvallamento devo attraversare l'arroyo de los Molinos. L'acqua è poca e quindi lo faccio agevolmente. Nella stagione delle piogge normalmente lo si deve guadare a piedi nudi.
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In vista del pueblo di Guillena.
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La chiesa di Nuestra Senora de la Granada di Guillena (stile mudejar: sec. XV). |
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Il primo albergue del mio cammino: la Luz del Camino. L'accoglienza dell'hospitalera Pilar è cordiale e familiare. Qui incontro due pellegrini: un anziano spagnolo che lentamente è intenzionato a percorrere tutta la Via de la Plata e un canadese che dopo aver percorso il cammino francese è sceso a Siviglia per conoscere la Plata ma per il caldo ha già deciso di tornare sui sui passi. |
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I km percorsi oggi circa 4 di avvicinamento alla Cattedrale di Siviglia e 23 per arrivare a Guillena. |
POST SCRIPTUM
Oggi 23 maggio, giorno della mia partenza, non è una data qualsiasi per il pellegrino. Come oggi si racconta di un fenomeno "soprannaturale" che si verificò il 23 maggio dell’844, quando Clavijo (Logroño) il re Ramiro I di Asturia stava combattendo, in netta minoranza numerica, contro le truppe musulmane del califfo Abderramán II. Durante la battaglia apparve l’apostolo Giacomo in sella ad un cavallo bianco, con in pugno una spada e fiancheggiò i cristiani nella lotta, sconfiggendo definitivamente coloro che venivano chiamati infedeli; da questo episodio nacque l’appellativo di "Santiago Matamoros".
Oggi chi si reca pellegrino sulla tomba dell’Apostolo Giacomo è animato da uno spirito diverso. A chi vorrebbe risepellire le antiche guerre di religione o di identità, risponde con la sfida del dialogo e dell’integrazione.
Bravo padre Dario, ho ripercorso quel rettilineo senza fine, domani ti aspetta una bella tappa...buen camino,Paolo
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